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Raccontavano che Dio una volta avesse cercato il suo consiglio: – Voglio giocare a nascondino con l’umanità. Ho chiesto ai miei angeli quale sia il posto migliore per nascondersi. Alcuni dicono le profondità dell’oceano. Altri la vetta della montagna più alta. Altri ancora la faccia nascosta della luna o una stella lontana. Tu cosa mi consigli?
Rispose il maestro: – Nasconditi nel cuore umano. È l’ultimo posto a cui penseranno!
Anthony De Mello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Mi lascio ispirare
Brutta fine per colui che ha ricevuto il talento… dopo un inizio promettente! Oggi sembra che il Signore, con questa parabola, voglia dirci: “stai attento a mettere bene a frutto i doni che il Signore ti ha dato, non lamentarti – se ti sembrano pochi – ma datti da fare!”. Il Vangelo di Matteo – che ci insegna il “fare del cuore” – ci presenta spesso questi moniti forti… e chi non ce la fa? Per lui/lei «sarà pianto e stridore di denti»! “Che vuoi?”, direbbe il padrone della parabola, “hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata, anzi sotterrata… peggio per te!”.
Qui potrebbe finire il commento… a voi basta così?
A me no! La parabola può essere solo una minacciosa sferzata a fare del proprio meglio? Forse sì, ma anche no. Passiamo a un altro livello di lettura, il primo è forse vero, ma mi pare insufficiente!
Chi è il talento che viene sotterrato? C’è un dono, il più grande, il segno dell’amore divino che l’uomo ha sotterrato! Il Figlio di Dio venuto sulla terra per gli uomini. E cosa ne hanno fatto? Ucciso e sepolto sottoterra! Ma la consegna di questo “talento” a noi, lo spreco di questo dono, è divenuta vita proprio per tutti quelli che “non ce la fanno”, i peccatori.
Ecco una buona notizia: “c’è spazio anche per te che non sei riuscito a mettere a frutto i tuoi talenti! Meriteresti l’inferno, certo! Sei stato pigro e hai coltivato un’immagine di Dio-prestazione-ricompensa, un’idea blasfema del Dio di Gesù Cristo! Eppure io ti do un’altra immagine di me stesso: mio Figlio sulla croce e sottoterra proprio per te! Il talento più prezioso diventa il più sprecato… che effetto ti fa?”.
Questo “padrone” da che parte sta? Allora forse, sì, metteremo a servizio quello che siamo! Siano tanti o pochi i nostri talenti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ti sei sotterrato per paura di sprecarti?
Quale talento affidi al Signore, perché ti aiuti a dissotterrarlo?
Quale immagine di Dio stai coltivando?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Agosto
2019
Chi è il tuo talento?
commento di Mt 25,14-30, a cura di Stefano Titta SJ