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E costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione.
Niccolò Fabi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Mi lascio ispirare
Oggi ci viene svelata la falsità di una concezione della vita cristiana: che vita di fede e vita morale coincidano.
Il Vangelo ci dice che nel campo della nostra vita ci sono piante buone e piante cattive, che crescono insieme. Uno dei servi chiede di eliminare tutto ciò che non è buono – e questo desiderio è bello! Chi non vorrebbe togliere il peccato dalla propria vita? Soprattutto perché come la zizzania ci toglie vita, energie positive, tempo che potremmo dare a cose migliori.
Eppure il padrone nella sua sapienza sa che non è possibile. Le radici della zizzania si intrecciano con quelle delle piante buone proprio per evitare di essere strappate via. Il padrone del campo sa che, per quanti sforzi facciamo, grano e zizzania, vita buona e peccato, andranno a convivere.
Come vivere, allora, una vita perfettamente morale? Facile: non si può. Vorremmo essere perfetti, ma è un’illusione; anzi, una tentazione che ci allontana dal prendere coscienza che non siamo chiamati ad una vita di perfezione, ma di misericordia.
Chiediamo al Signore di liberarci da ogni tentazione di perfezione e di lasciarci sentire amati in tutto quello che siamo, anche il peccato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che campo ho rischiato che la ricerca della perfezione mi distogliesse dall’obiettivo?
In che luogo della mia vita chiedo la pazienza di attendere perché la zizzania si distingua dal grano?
Quale zizzania non ho riconosciuto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Luglio
2019
Misericordia, non perfezione
commento di Mt 13,24-30, a cura di Leonardo Vezzani SJ