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Non ci può essere amore dove non c’è fiducia.
Edith Hamilton
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 2,1-11)
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Mi lascio ispirare
Il ministero pubblico di Gesù nel vangelo di Giovanni inizia con un’azione pastorale inaspettata. Gesù si trova a Cana di Galilea per festeggiare due amici o parenti, non sappiamo. Ma la vita presenta delle svolte anche per lui. Una svolta che coinvolge chi è presente e va al di là del tempo e dello spazio. Coinvolge, però, chi si lascia coinvolgere e si fida.
Gesù non trasforma soltanto dell’acqua in vino. Gesù trasforma la tristezza dei banchetti umani in feste gioiose. Gesù si mostra Messia non tanto per i segni che compie, ma per quello che significano. Gesù libera la gioia per troppo tempo sepolta. È il Signore di una vita che sembra aver chiuse le porte, che però lui apre a novità insperate.
Maria trova un posto speciale in questo ministero della vita. E invita a fare l’unica cosa necessaria e sufficiente perché la vita e la gioia trovino spazio negli uomini e nelle donne di tutti i tempi: fidarsi di suo figlio e fare quello che lui stesso suggerisce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale situazione della mia vita chiede gioia? Oso presentarla al Signore Gesù perché la trasformi “nel vino nuovo” della gioia?
Quale posto occupa la Parola di Dio nella mia vita?
Mi affido a quanto la Parola mi ispira?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Gennaio
2019
Fidarsi è bene, fidarsi è meglio
commento di Gv 2,1-11, a cura di Michele Papaluca SJ