
- immagine creata con Chatgpt
Il domani è un mistero. L’oggi è un dono. Per questo si chiama presente.
Eleanor Roosevelt
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
Gesù esulta nello Spirito: è la gioia di chi vede che i suoi amici cominciano finalmente a guardare come lui guarda. È lo stupore di poter condividere lo stesso sguardo contemplativo sulla realtà.
I “sapienti e dotti” pensano la realtà più di quanto la vivano: cercano di incastrarla dentro una teoria e quando la realtà non corrisponde al loro schema, la svalutano. È da lì che nasce il giudizio: quando la vita non rientra nei parametri della nostra mente.
I “piccoli”, invece, imparano dalle situazioni, dagli incontri, dai fallimenti. Sanno che la vita non va capita, ma accolta. La vera sapienza non si trova nel saper spiegare tutto a tutti i costi! Anzi, consiste nel lasciarsi cambiare da ciò che si incontra. È lì che Dio parla: nell’imprevisto, nel fragile, nel reale che non si lascia addomesticare.
Come entrare in questo sguardo contemplativo? Gesù condivide la sua esperienza: chi si riconosce figlio, e sa che tutto gli è stato dato dal Padre, può vedere così. Chi fa esperienza che tutto è dono e che il compito dell’esistenza non è possedere, ma ricevere. Quando questo accade, iniziamo a guardare il mondo con lo sguardo di Gesù.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa non riesci ad accogliere come dono?
Cosa ti impedisce di riceverlo come dono?
Che sguardo hai sulla realtà in questo momento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Dicembre
2025
Smetti di prendere… impara a ricevere!
commento di Lc 10,21-24, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ