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Vai cercando qua, vai cercando là
Angelo Branduardi, Vanità di vanità
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5, 27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Mi lascio ispirare
C’è qualcosa, c’è qualcuno che motiva la nostra decisione; succede qualcosa che ci fa cambiare e che in modo misteriosamente paradossale, al contempo, conferma ciò che da sempre siamo.
Matteo (Levi) viene mosso dall’incontro con Gesù, decide di lasciare tutto per seguirlo; come in una danza, finisce lui per essere seguito lì dove può accogliere intimamente questo cambiamento, dove egli è quello che è.
Dal banco delle imposte, al banchetto in casa; dallo stare seduti, al preparare; dal ricevere all’accogliere.
Qualcuno chiede «come mai» sia avvenuto ciò, in che modo tante parti di noi siano sedute insieme allo stesso tavolo; si cercano i motivi ed è la motivazione stessa a rispondere: essa viene incontro a quelle parti che ne hanno bisogno.
Nel momento in cui siamo visti in profondità, nel momento in cui sentiamo di non essere soli ma accompagnati a vedere noi stessi nell’autenticità, nell’intimità della nostra vita e – proprio lì – scopriamo di essere stati cercati e amati, in quel momento cambia tutto:
finalmente non fa più così paura, rabbia, ribrezzo; cadono i sensi di colpa e sopraggiunge la consapevolezza che tutto ancora è da vedere e da imparare, torniamo nuovamente liberi di muoverci.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parte di me vede oggi con il Signore?
In quale luogo della mia vita il Signore mi sta chiamando ad invitarlo?
Chi o cosa popola questo luogo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Marzo
2025
La pace sia con te
commento di Lc 5, 27-32, a cura di Mounira Abdelhamid Serra