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(…) di tal genere è ancora quella tanta ospitalità esercitata dagli antichi con tanto scrupolo, e protetta da tanto severe leggi, opinioni religiose, diritti ed affinità d’ospizio ecc. ben diversi in ciò dai moderni.
Giacomo Leopardi, Zibaldone
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Mi lascio ispirare
L’etimo della parola ospite riporta al significato di signore, protettore dello straniero e tale parola identifica sia chi ospita, che chi è ospitato.
Il concetto che rimane sullo sfondo è l’umanità della reciproca accoglienza, la gratuità di dare e ricevere, di darsi ed essere ricevuti.
Questa dinamica apparentemente dualistica viene fatta nuova da Gesù, che si trova ad essere perno di un rapporto triangolare nel quale la parola ospite identifica tre connotazioni differenti: colei che serve, colui che è servito e colei che serve essendo servita; nell’apparente inutilità della con-fusione dei ruoli, si cela l’importanza di ogni posizione.
La parte migliore è la pace che solo l’ascolto sa creare.
L’ascolto continuo e costante, scevro d’affanni e agitazione, fondato su un commosso silenzio di attesa dell’altro consente di essere un buon ospite, ospitante e ospitato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come sono stato ospitato e come ho ospitato?
Quando, io non servendo, ho servito?
Quando, io servendo, sono stato servito?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Ottobre
2024
Chi è l’ospite?
commento di Lc 10,38-42, a cura di Mounira Abdelhamid Serra