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Non c’è niente di edificante nell’esporre le imperfezioni di un uomo… noi siamo contenti che tu stia qui con noi e puoi restare finché vuoi, ma io dirigo un altro tipo di spettacolo.
[...]
Se soltanto tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri.
Il circo della farfalla, Sig. Mendez
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Mi lascio ispirare
Gesù entra in sinagoga per insegnare. Eppure i farisei sono più interessati a vedere se trasgredirà una legge piuttosto che accogliere la Sua parola.
E c’è lì un uomo con la mano destra paralizzata. Luca sottolinea che si tratta della mano destra probabilmente perché questo gli impedisce molte cose e lo limita, probabilmente anche nel lavorare.
Chissà come vive questa sua situazione… In cosa si sente effettivamente vincolato o impossibilitato? E quanto pesa lo sguardo degli altri su di lui, sulla sua condizione e sulla sua vita?
Scribi e farisei sembrano addirittura volerlo “sfruttare” per avere un’occasione per accusare Gesù. Sparisce la persona, con le sue fatiche e le sue sofferenze, e rimane solo “ciò che mi può servire”. Non è così per Gesù. Gesù vede l’uomo al di là del suo limite e delle sue fatiche e desidera che anche lui faccia lo stesso per essere davvero libero e vivere in pienezza.
Non sempre nella nostra vita possiamo eliminare ciò che ce la rende difficile, possiamo però chiederci se ci aiuti di più stare fermi e lamentarci della situazione, oppure provare a reagire, a trovare una strada, magari anche creativa, per guardare e valorizzare piuttosto tutti i doni e le ricchezze che abbiamo.
Il Signore ci guarda al di là delle nostre piccole o grandi paralisi, riconosce in noi la grande bellezza che vi ha seminato e chiede anche a noi di fare altrettanto, consapevoli che, per quanto dura possa essere la lotta, lui sarà sempre al nostro fianco.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa mi sento limitato oggi?
Quanto lo sguardo e il giudizio degli altri influenzano la mia capacità di reagire alla situazione?
Quale dono/ricchezza posso riconoscere in me e impegnarmi a far fruttificare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Settembre
2023
Più grande è la lotta, più glorioso il trionfo
commento di Lc 6,6-11, a cura di Valentina Dovico s.a.