Marc Chagall, Compleanno, 1915 -
L’amor che move il sole e l’altre stelle.
Dante, Paradiso
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Oggi ci troviamo davanti al tema della chiamata. Di bocca in bocca, la Parola che si è fatta carne entra nel cuore di chi ascolta e, come un incendio che divampa, invade, una ad una, le vite dei discepoli che, mossi da desiderio grande, lasciano tutto per seguire l’Agnello.
Come quando ci si innamora, è una questione di sguardi. Gesù vede da lontano Natanaèle avvicinarsi e subito gli dice: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Il discepolo che si sente finalmente visto e riconosciuto, risponde dapprima incredulo poi come trafitto da un dardo si lascia cadere fra le braccia dell’amato e professa: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».
È «l’amore che muove il sole e l’altre stelle»! Quando ci sentiamo amati nelle nostre verità così come nel profondo delle nostre oscurità, siamo pronti a partire per il lungo viaggio della vita e a risplendere come stelle nella notte.
Finalmente il cielo è aperto, ma l’orizzonte questa volta non è più incerto. Non esiste più distinzione con la terra perché il padre è nel figlio e il figlio è un uomo, un volto, una parola da ascoltare e seguire, una vita che si dona per non lasciarci più.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi impedisce di lasciarmi guardare così da Gesù?
Quando mi sono sentito amare così, nel profondo anche delle mie oscurità? Faccio memoria e ringrazio.
Quali emozioni provo davanti ad un Gesù così? Quali le mie incredulità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Settembre
2021
Questione di sguardi
commento di Gv 1,47-51, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini