Ph. by Eric Moc -
Hai messo il seme dell’eternità
nel corpo che tu ci hai dato.
Gen Rosso, Gen Verde
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 14,12-16.22-26)
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Mi lascio ispirare
Dove mangiare? Sembra quasi la domanda che sorge in una serata tra amici… c’è anche questo aspetto tra i pellegrini che affollano Gerusalemme in prossimità della Pasqua. Ma il gruppo che segue Gesù ha imparato a vivere il mangiare come epifania di cose importanti: conversioni, effluvi di costosi profumi, ceste di avanzi quando sembrava non avere più nulla da mangiare. Con Gesù mangiare è diventato un’esperienza privilegiata di conoscenza di Dio.
L’uomo con la brocca. Un indizio forse carico di simboli – l’acqua del battesimo che ci fa accedere al banchetto – o semplice sguardo sul quotidiano, a quei gesti che tutti compiono ma che illuminati dall’esercizio dell’attenzione aprono la porta a nuove cose.
Preparare. La fede se condivisa in comunità va preparata, come una cena. La cura dell’accoglienza, senza scadere in frenesia del fare, è già preghiera di mani che impastano, stendono tovaglie, lavano i calici. Ci prepariamo a fare tante cose… Cristo si serve del contesto del pasto per dirci che anche l’incontro con lui va preparato.
Corpo di sangue. Mangiare è divino! Forse le chiese e le liturgie, che nel tempo hanno maturato un solenne linguaggio estetico attorno alla messa, hanno cercato di comunicarlo. Hanno creato un grande ostensorio attorno al pane inzuppato di un Dio che ha camminato tra i poveri. Disarma che Dio scelga il pasto più umile per concentrarvi il più sconfinato orizzonte. E disarma ancora di più ciò che ci chiede di contemplare lì, il suo corpo di sangue, grembo che nutre, legame di viscere per gli attaccati alla vita.
Pane inzuppato, corpo di sangue: ciò che saremo è una briciola che inebria.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come vivo il momento dei pasti? E in compagnia?
In quali occasioni sento la necessità di vivere la fede in comunità? In che modo sono coinvolto nella preparazione di qualche momento comunitario?
Qual è la mia relazione con il Corpo e Sangue di Cristo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Giugno
2021
Corpo di sangue
commento di Mc 14,12-16.22-26, a cura di Giuseppe Amalfa SJ