- Foto di Michael Fertig da Pixabay
Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di diamante o di un cristallo molto trasparente, in cui ci sono molte stanze, così come ce ne sono in cielo.
Teresa d'Avila
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Mi lascio ispirare
Possa io essere Uno come tu mi hai fatto. E non seguire queste tante voci, interiori ed esteriori, che mi dividono internamente e mi dirigono tutte in altre direzioni. Quanto più mi addentro nella strada che mi poni davanti, tanto più tornano a ingannarmi e io a ceder loro. Ma ogni volta non hanno il tuo sapore. Hanno un sapore amaro, che sta a ricordarmi che sono fatto per altro.
Tu, Signore, sei la forza che protegge il mio palazzo e fa sì che non sia devastato dal nemico. Sei tu che mi doni forza nel tuo amore. Nel solo stare in relazione con te ricevo forza e amore, li prendo con me e lascio che diano i frutti per cui li hai mandati a me. Nel riconoscere te nella mia vita e comunicare a te con la mia vita scopro in me una forza e un amore che non decido, che tu mi stai donando. E nella gratitudine di questi doni sento di voler donare anch’io.
Senza te non ho scampo contro il nemico. Non basta alcun allenamento, se voglio proteggermi da solo contro le sue forze. Solo in questa relazione il mio palazzo è al sicuro – e da esso si irradia la tua luce verso gli altri.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali voci ti lasciano diviso, nel dubbio e nella paura?
In quali momenti ti senti sicuro, guidato dalla sua luce?
Come arriva questa luce agli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Ottobre
2019
Un castello sicuro
commento di Lc 11,15-26, a cura di Ettore Di Micco