Love is a temple, love is a higher law
(U2, One)
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 18, 1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza scoraggiarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Mi lascio ispirare
Nel pregare non siamo dinanzi a una macchinetta del caffè da forzare se non funziona; siamo piuttosto dinanzi a qualcuno che, avendogli chiesto un pezzo di pane, ci invita a mangiare e a bere insieme.
Gesù svela la necessità della preghiera come atto di coraggio e perseveranza per la relazione piena e dunque la realizzazione della vita.
La storia del giudice, ateo e menefreghista, e della vedova, svuotata e insistente, è il rovescio mortifero di una vita realizzata e compiuta.
Tutto nasce da una necessità che trova pienezza già nella richiesta e questa, nel momento in cui viene espressa, realizza un cambiamento.
Gesù insegna che non conta tanto l’ottenimento dell’oggetto quanto più il desiderio di esso e il coraggio di esprimerlo.
Il Signore è come una vedova che incessantemente bussa alle porte del cuore e pretende attenzione perché sa che questo è l’unico modo per incontrare chi può ascoltare, chi può rispondere. La domanda finale è la preghiera che Dio rivolge all’essere umano, incessantemente, senza stancarsi mai… dice il suo desiderio di trovarci affidati, il suo bisogno di essere il Signore desiderato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che circostanze mi sento giudice disonesto o vedova molesta?
Cosa vorrei chiedere, oggi?
Cosa mi fa mancare il coraggio di chiedere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Novembre
2017
Mi stai sentendo?
commento di Lc 18, 1-8, a cura di Rete Loyola (Bologna)