Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo ()
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Mi lascio ispirare
Non mi difendo, scelgo il mio re!
“Senza paura”, inno del pellegrinaggio giovanile ignaziano 2012
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Lc 14,25-33
È possibile essere discepolo di Gesù?
Non ce la faccio, è qualcosa troppo grande per me. Questa è la mia reazione emotiva davanti a questo brano. La croce da portare è troppo pesante e ci sono rinunce da fare che costano troppo.
Se mi siedo e con calma inizio a fare il conteggio delle qualità del buon discepolo, la situazione non migliora. Fiducia incondizionata, amore per i nemici, capacità di perdonare, purezza di cuore… tutte virtù che possiedo solo in desiderio. Insomma, quella per essere discepolo è una torre che non sono in grado di costruire, una battaglia che non sono in grado di combattere.
È possibile quindi essere discepolo?
No. Almeno fintanto che questo progetto rimane un mio ideale di auto-perfezione.
Infatti è proprio perdendo “la faccia” nel crollo delle mie torri, nella perdita delle mie battaglie, che accade qualcosa di nuovo: mi scopro povero. La croce da portare diventa così non più qualcosa da cercare fuori di me, ma una mancanza che scopro mi costituisce. Non mi scopro povero perché c’è qualcosa che non ho e magari invidio agli altri, ma mi scopro povertà radicale, in quanto desiderio mai sazio.
E proprio questo vuoto può diventare la dimora di Gesù in me.
Il cammino per essere discepolo diventa possibile quando accetto di essere povero e lascio che sia Gesù a riempire quel vuoto che mi costituisce.
– Cosa significa per me essere discepolo?
– Quali torri sono crollate? Quali battaglie ho perso?
– Desidero lasciare abitare da Gesù il vuoto che scopro dentro di me?
M. Manuzzi SJ
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Novembre
2017
8/11 – Vuoti a vincere
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)