Foto di Alexander Mass su Unsplash -
Ma c’è qualcosa di grande tra di noi,
che non potrai cambiare mai,
nemmeno se lo vuoi!
Ma c’è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare mai,
nemmeno se lo vuoi!
Lunapop, Qualcosa di grande
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Mi lascio ispirare
Mi colpisce la raccomandazione di Gesù di non portare nulla con sé. Sembra esagerata… Che male c’è a prendersi una borsa o a mettersi i sandali?
Mi accorgo che Gesù, con la sua radicalità, getta le fondamenta su cui avverrà la costruzione del Regno. Alla base c’è la fiducia tra alcune persone, due che chiedono accoglienza e una, o una famiglia, che la offre. C’è il rispetto di chi chiede e riconosce il prossimo come capace di dare. C’è una reciprocità. I missionari sono i primi a chiedere, poi appaiono i malati. Chi ospita li presenta come parte della famiglia perché siano accolti e possano magari recuperare la salute.
Mi chiedo se questo scambio sarebbe possibile anche tra persone complete di tutto, che hanno quello che loro occorre. Forse sì, ma l’interesse sarebbe certo minore. Chi ha, o pensa di avere, si gode quello che ha, non va a bussare. La porta rimane chiusa, la famiglia estranea. Nel migliore dei casi, una persona si muove nella ristretta cerchia dei legami di sangue o di quelle relazioni che in qualche modo “càpitano”.
Mi viene da pensare che la borsa non sia poi così leggera come appariva all’inizio. La borsa, l’insieme delle sicurezze che essa rappresenta, porta a contare su se stessi e a non a cercare il prossimo. Vorrei, quindi, lasciarla, ma sono troppo abituato ad averla con me. Ho bisogno di vedere il volto sorridente di chi riesce a farne a meno… Il volto di chi si fida totalmente di Gesù e della sua parola. Il volto di chi dona e riceve fiducia.
Bussano. Anche questa volta il Signore mi ha preso sul serio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione hai sperimentato che era facile, naturale, fidarsi del prossimo?
Come ti sei sentito?
Che cosa, invece, ti rende più difficile fidarti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Ottobre
2025
Tra noi
commento di Lc 10,1-9, a cura di Stefano Corticelli SJ