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Nessun uomo ha veramente misurato la vastità del debito
verso quel qualsiasi essere che l’ha creato
e che lo ha reso capace di chiamarsi qualcosa. Dietro
il nostro cervello, per così dire,
v’era una vampa o uno scoppio di sorpresa per la nostra
stessa esistenza: scopo della vita artistica
e spirituale era di scavare questa sommersa alba di
meraviglia, cosicché un uomo seduto su una sedia potesse
comprendere all’improvviso di essere veramente vivo,
ed essere felice.
C.K. Chesteron, Autobiografia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Mi lascio ispirare
Gesù oggi ci mette di fronte a una realtà fondamentale che penetra nel nostro io più profondo: non possiamo fare del bene se dentro il nostro cuore abitano il rancore, la gelosia, l’invidia, la menzogna, l’odio, il giudizio altrui… Sembra quasi chiederci a che punto siamo del nostro cammino di fede. Sembra quasi dirci che solo l’uomo buono può donare frutti buoni. Non possiamo donare qualcosa di buono se nel nostro cuore abitano soltanto frutti malvagi. Così come non possiamo rivolgerci al Signore credendo di seguirlo e amarlo, se prima dentro di noi non abbiamo messo ordine tra tutti questi pensieri, sentimenti, frutti cattivi che portano ad allontanarci dal prossimo e dalla sequela di Cristo.
Ma non tutto è perduto. Ciò che abita il nostro cuore è frutto di un cammino interiore che ciascuno di noi sceglie di percorrere, durante il quale possiamo sperimentare come tutto si trasforma e prende un significato diverso, più profondo, che trasforma i frutti cattivi in buoni. Gesù ci invita proprio a sperimentare questo cammino, a seguirlo, ad ascoltare la sua Parola per trasformare il rancore, la gelosia, la menzogna in qualcosa di bello, che dona pienezza, che fa sperimentare la gioia.
Di fronte al male, Gesù si è spezzato per amore verso i fratelli, esattamente come quel pane spezzato che è stato condiviso durante l’ultima cena. Gesù ci ricorda questo: come lui si è spezzato per ciascuno di noi, anche noi possiamo imparare a spezzarci per noi stessi e per i fratelli. Spezzarci per imparare ad accogliere quei frutti cattivi che abitano il nostro cuore e trasformarli in frutti di amore, gioia, condivisione, fratellanza, preghiera, dono. Solo i frutti che arrivano a sperimentare questa trasformazione ci permettono di gettare le fondamenta solide di un’esistenza in, con e per Cristo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi impedisce di seguire Gesù nel mio cammino di fede?
Cosa del rapporto con me stesso non mi permette di diventare frutto buono per il prossimo?
A che punto del mio cammino di fede mi trovo? Che frutti abitano il mio cuore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Settembre
2025
Frutti trasformati
commento di Lc 6,43-49, a cura di Vanessa D'Urbano