Foto di fromsalih su Pixabay -
Non è che il ricco sia cattivo; è soltanto troppo indaffarato a fare soldi per essere buono.
Gerhard Uhlembruck
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Mi lascio ispirare
Gesù commenta la fatica del giovane ricco a seguirlo con un detto sulla ricchezza come ostacolo al Regno di Dio: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». È un detto perentorio, che suscita la reazione dei discepoli oltre prima ancora di quella del lettore. Lo stile è iperbolico, usa un’immagine estrema come quella della cruna dell’ago e del cammello per descrivere una realtà esistente: l’abbandono delle ricchezze è una prova molto molto delicata per il cuore dell’uomo.
Il parlare di Gesù non è integralista o semplificante, ma illumina a costo di dispiacere o di non essere subito compreso. La ricchezza è un ostacolo e un pericolo per chi la possiede, perché è come una calamita che attira il cuore a sé fino a non lasciarlo più libero di battere per altro. La ricchezza può portare a chiudersi per possesso e difesa, senza poter ricevere più nulla gratuitamente, ma solo guadagnandolo, comprandolo, strappandolo.
La ricchezza rappresenta solo il cavallo di Troia della propria perdizione. Come osserva Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali, la tattica del Divisore (il Maligno) è: «Cominciare ad attirare gli uomini con l’avidità delle ricchezze, così giungeranno più facilmente alla ricerca del vano onore del mondo e infine a una immensa superbia. Vi sono quindi tre scalini: il primo è la ricchezza, il secondo è il vano onore, il terzo è la superbia. Da questi tre scalini il demonio spinge gli uomini a tutti gli altri vizi» [ES142].
Da questo Gesù mette in guardia. La salvezza non è come tutti gli altri beni che sono sul mercato: non si compra, non si merita, non si conquista, ma è un dono che scende dall’alto, solo da Dio. All’uomo sta solo cooperare con Dio con un cuore docile, umile e povero.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A quali ricchezze il mio cuore è attaccato?
Quando ho sperimentato l’effetto domino di cui parla Ignazio (dalla ricchezza all’onore alla superbia)?
Cosa mi aiuta a chiedere la grazia di vivere la vita come un dono, come un’offerta di salvezza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Agosto
2025
Dono di salvezza
commento di Mt 19,23-30, a cura di Leonardo Angius SJ