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Perché le gioie del più profondo affetto
o dei più lievi aneliti del cuore
sono solo l’ombra della luce
Franco Battiato, L’ombra della luce
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Mi lascio ispirare
La prima cosa che mi colpisce del prologo di Giovanni è che tutto è stato fatto per mezzo del Verbo.
I Vangeli ci raccontano bene chi fu Gesù di Nazareth, come si comportò di fronte alle prove della vita. Il senso che Gesù dette alla sua esistenza quotidiana è il medesimo che ispirò il Padre nel momento in cui creò il mondo. E questo senso è l’amore. Ovviamente non stiamo parlando di un sentimento superficiale tanto immediato quanto pronto a dissolversi di fronte alle prime complicazioni e difficoltà. L’amore di Gesù fu talmente pieno e libero da permettergli non solo di offrire la propria vita ma di farlo nella piena consapevolezza di non essere corrisposto.
È questa forse la sfida più dura per noi esseri umani: vivere un amore che non chiede nulla in cambio ma che trova la sua ragion d’essere nel bene per l’altro e per l’altra. Lo Spirito ci sostiene nel farci segno di un senso diverso rispetto a quello che, da sempre, il mondo scegli per i giorni che ci è concesso di vivere su questa terra. Non un egoismo che si consuma nella materia e nei piaceri fine a sé stessi e che governa chi, con il suo cuore di pietra, diffonde asprezza, prevaricazione, indifferenza ma un libero donarsi che pian piano permette al nostro cuore di tornare a battere.
La luce vera è venuta nel mondo e va portata proprio in quei luoghi, in quelle relazioni dove fatica a splendere perché tutti siano una sola cosa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le tenebre che mi allontanano dall’amore di Dio e degli altri?
In che modo la mia fede è luce per me e per chi mi sta intorno?
Quest’anno dove lo Spirito mi chiama a splendere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Gennaio
2025
E luce fu
commento di Gv 1,1-18, a cura di Fabrizio Barbieri