Edvard Munch, Sotto l’albero del melo (1919) -
La preghiera non è dire delle preghiere, non è un atto, è un atteggiamento profondo di tutto l’essere dell’uomo e abbraccia l’anima, la psiche, la corporeità. Il cristiano non è un uomo che dice delle preghiere, ma è un orante. Quali sono gli atteggiamenti che fanno l’orante? La tensione, l’anelito. L’accoglienza, l’interiorizzazione dello Spirito. La fedeltà alle radici”.
Michele Do
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Mi lascio ispirare
Comprendere la volontà di Dio costituisce la vera sfida del credente ed è ciò che conferisce dinamicità alla fede, fondendola con il fluire della vita. Tuttavia, questa dinamicità sembra emergere da uno stato apparentemente immobile.
Gesù utilizza l’immagine delle fondamenta di una casa per trasmettere il concetto di stabilità. Ma il mondo delle costruzioni prende ispirazione da quello della natura: i pilastri e le colonne che sorreggono i tetti non sono altro che una traduzione umana dell’albero.
Ed è all’albero che dobbiamo rivolgerci per comprendere il significato di questa stabilità.
Sebbene possa sembrare immobile, un albero si muove crescendo, radicandosi nella terra e nel cielo attraverso i suoi rami. Esiste un modo di crescere e di essere dinamici che inizia proprio rimanendo fermi; un albero non potrebbe ancorare le radici al terreno se si muovesse. Questo essere apparentemente statico ma in realtà orientato verso la roccia, ovvero Dio, comunica qualcosa della natura della preghiera, si oppone al semplice dire «Signore, Signore» preferendo una preghiera fatta di presenza, che consente di mettere radici e, di conseguenza, di compiere la volontà di Dio.
E ancora a proposito di alberi: nei nostri giardini gli alberi crollano quando hanno radici superficiali; la bontà indiscreta delle nostre irrigazioni impedisce alle radici di penetrare in profondità e ancorarsi a un terreno più solido. Sperimentare un po’ di sete, anche nella vita di fede, aiuta a consolidare la stabilità, permettendo di penetrare negli abissi della volontà di Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cos’è per me la volontà di Dio? Come entra nella mia vita?
Cosa mi aiuta a stare in preghiera senza preoccuparmi di fare qualcosa?
In cosa mi sento radicato/a?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Dicembre
2023
Radici
commento di Mt 7,21.24-27, a cura di Giuseppe Amalfa SJ