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E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 14,22-33)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Mi lascio ispirare
Provo a immaginare la scena: forse sono le prime ore del pomeriggio, quelle che seguono il pranzo. Gesù sempre tra la folla che ha voglia e desiderio di conoscerlo, di sfiorarlo, di ascoltare la sua voce e i suoi insegnamenti. E ci sono i discepoli, li immagino dietro di lui, vicino alla riva forse a sistemare la barca e pronti a ripartire. E poi… Gesù non fa una proposta, ma costringe i suoi discepoli ad avviarsi senza di lui. A precederlo sull’altra riva. Quanto è distante questa riva rispetto al punto di partenza o addirittura dal monte su cui Gesù sale per andare a pregare? È una distanza che per Gesù non ha valore, perché sa, può, raggiungerci ovunque.
Gesù sul monte. Sta lì tutto il pomeriggio, fino a sera. Quante cose ci insegna il Signore, il tempo per stare nella relazione con lui, nella contemplazione, nel discernimento ma anche nel ringraziare Dio per quell’attimo intimo con Lui. La preghiera.
E infine Gesù che non dimentica i suoi discepoli ma li raggiunge lungo quella distanza che li separa. Lo fa in una maniera anomala, diremmo noi, ma normale per chi invece si fida e sa che a Dio nulla è impossibile. Ecco, ora siamo un po’ tutti Pietro. Gesù è divertente in questa scena, lo vedo anche sorridere quando Pietro si spaventa dalle onde e cade in acqua. Ma Gesù lo afferra, tende la sua mano e aiuta Pietro a risalire. Non dobbiamo dubitare. Dobbiamo avere fede. Se facciamo salire Gesù sulla nostra barca, ogni tempesta sarà domata.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quanto mi fido di Gesù nelle prove che lui ci pone nella nostra quotidianità?
Cosa mi aiuta o mi impedisce di camminare su quel mare agitato senza temere di scivolare e affogare?
Nelle sfide che la vita ci pone, quante volte abbiamo deciso di afferrare la mano di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Agosto
2023
Il coraggio di non aver paura
commento di Mt 14,22-33, a cura di Vanessa D'Urbano