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La misericordia è concreta. Non riguarda in qualche modo un po’ tutti, ma colui che, qui e ora, ha bisogno del mio aiuto.
Christoph Schönborn
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Mi lascio ispirare
Questa parabola mette a dura prova chi si illude che la giustizia divina coincida con quella umana. L’ambientazione si sposa quasi perfettamente con la contemporaneità che ci circonda: un uomo ricco, che potremmo paragonare a un attuale capo d’azienda, chiede conto dell’operato del suo amministratore delegato che ha pensato bene di farsi gli affari suoi con un patrimonio che non gli apparteneva…
Una figura complessa quella dell’amministratore, che sembra non avere la forza e la maturità interiore per affrontare le fatiche quotidiane (zappare) e allo stesso tempo un orgoglio un po’ troppo spiccato che gli impedisce di chiedere in maniera pura un aiuto fraterno (mendicare). Eppure, a suo tempo, è riuscito a guadagnarsi la fiducia del capo e a non farsi cogliere in flagrante nello sperpero visto che l’accusa arriva dall’esterno. Una scaltrezza che paradossalmente lo salva proprio nel momento in cui, senza che ne abbia coscienza, si fa veicolo di speranza per chi è in difficoltà.
Davvero i pensieri di Dio sovrastano i nostri e la sua giustizia sembra aprire orizzonti infiniti di misericordia. A nessuno di noi verrebbe spontaneo lodare un amministratore che continua imperterrito a concentrarsi su di sé; in pochi avremmo misericordia dei debitori che non brillano certo per santità. I nostri cuori non hanno scampo: o si indignano o si sforzano di comprendere la felicità dell’uomo ricco che vede giungere la sua ricchezza nelle mani di più persone possibili… conta poco la strada impiegata.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita mi sento custode di una ricchezza affidatami da Dio?
In che modo posso essere strumento di dialogo?
Dove mi sento chiamato a portare pace?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Novembre
2021
Orizzonti infiniti di misericordia
commento di Lc 16,1-8, a cura di Fabrizio Barbieri