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Dio, dicono, ha i suoi disegni. E perché non fa una mostra?
Pino Caruso
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 8,4-15)
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
Mi lascio ispirare
Il Vangelo non sembra parlare troppo di un “Dio disegnatore”, un Dio che avrebbe un suo disegno su ogni persona e su ogni cosa. Gesù, invece, ci rilancia la figura di un seminatore. Un seminatore generoso, forse così tanto coraggioso nel suo gesto da apparire un po’ ingenuo o inesperto. Come potrà crescere qualcosa sul terreno battuto, tra le pietre o tra i rovi?
«Chi ha orecchi, ascolti!». L’onnipotenza della vita in pienezza non sembra scegliere la strada sicura della prepotenza e del determinismo. Non è una semplice correlazione “causa-effetto”. Non è mai scontato che il seme venga accolto dal terreno, non è scontato che porti frutto. Il seminatore fa la sua parte seminando senza trattenersi, con amore, donando senza giudicare i terreni che incontra. Il Vangelo ci invita ad essere attenti a come accogliamo il dono, a come ascoltiamo. Sembra che ci siano condizioni che aiutano e altre che ostacolano l’accoglienza del buon seme. In questo possiamo anche diventare più attenti e aiutarci.
Ma oltre agli ostacoli – forse non sono questi il centro! – avviene il miracolo: in quei solchi in cui la luce viene accolta e, pian piano matura, può esplodere una nuova vita. Sono quei centupli che stanno trasformando la faccia della terra. Avventure della libertà che dimostrano la luminosa onnipotenza dell’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale immagine di Dio mi parla di più? Quando ho gustato la generosità del seminatore?
Quali sono le durezze, le pietre e i rovi che impediscono al buon seme di raggiungere la mia vita in profondità?
Di quali misteri ho desiderio di parlare a tu per tu con il Signore, ascoltare quello che ha da dirmi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Settembre
2021
Il mistero del dono
commento di Lc 8,4-15, a cura di Matteo Suffritti SJ