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La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.
Oscar Wilde
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Mi lascio ispirare
Davanti a un raccolto abbondante ogni contadino gioisce perché vede i frutti del suo lavoro. La saggezza degli antichi ci ricorda che i contadini offrivano le primizie della terra a Dio, un atteggiamento di grande umiltà e riconoscenza. Offrire le primizie significava riconoscere che tutto lo riceviamo da Dio e quindi desideriamo offrire a Dio la parte migliore di tutto ciò che abbiamo, ricordandoci che ogni cosa è un Suo dono! Se non viviamo la riconoscenza, rischiamo di sottovalutare ciò che abbiamo e quindi non ci accontentiamo mai e continuiamo a sforzarci di accumulare e rimandiamo la festa del raccolto sempre al futuro.
L’eredità è qualcosa che riceviamo alla morte di qualcuno. Volere l’eredità è guardare alla morte e non alla vita. Riusciamo a guardare alla vita se non ci lasciamo sommergere dalle cose che accumuliamo, ma guardiamo con stupore e libertà a ciò che abbiamo, a ciò che riceviamo e condividiamo con gli altri l’abbondanza dei frutti invece di rinchiuderli in magazzini. Quello che abbiamo allora alimenterà il nostro desiderio di vita!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita mi scopro capace di gioire anche per le piccole cose?
Quali delle cose che possiedo mi lasciano libero e mi danno gioia e quali invece mi appesantiscono?
In che modo, durante la mia giornata, riesco a ringraziare per ciò che ricevo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Ottobre
2020
Il peso delle cose
commento di Lc 12,13-21, a cura di Chiara Selvatici