-
Egli è l’immagine unica del Dio invisibile, capace di rivelarsi ovunque; e in una cultura che moltiplica le immagini all’infinito, Egli è la sola immagine che ci unisce.
35a Congregazione Generale dei gesuiti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,1-10)
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Mi lascio ispirare
Nella mia vita scelgo di fidarmi (o a volte delegare) sempre di qualcuno: pilota dell’aereo, politico, genitore, professore, amica, sacerdote, divinità… Mi fido di loro perché rappresentano per me un modello, una vita “riuscita” o perché in quel determinato campo sono esperti.
In fondo, però, in tutte queste figure cerco una figura “per eccellenza”: un qualcuno che sappia entrare delicatamente nella mia storia non imponendosi, ma proponendosi come presenza rassicurante. «Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore».
Abbiamo estremo bisogno di sentirlo vicino, capace di starci accanto, capace di promuoverci nella nostra unicità, capace di aiutarci a guardare il bello che siamo. «Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome».
Spesso il luogo in cui vivo diventa “recinto”: le mie sicurezze, idee, aspettative, relazioni diventano opprimenti, ma non so come fare. Ho bisogno che colui che è entrato per la porta e mi ha chiamato per nome mi aiuti a uscire. A vivere tutto quello che sono non come una prigione, ma come uno spazio d’amore per me e per gli altri. Voglio nuovi orizzonti! Lui «le conduce fuori».
Quanto è affascinante uscire dal mio recinto, scoprire nuovi mondi, ma… dopo il primo istante, quanta paura di essere inadeguato, di non valere abbastanza, di non contare, di non saper amare, di rimanere solo, ed ecco che posso scoprire inaspettatamente che quell’uomo non mi lascia. Attraverso la Parola e la comunità, posso riconoscerlo presente accompagnandomi, camminando davanti a me: affronterà per primo e i pericoli avvertendomi del rischio del cammino, riconoscerà la bella strada della vita e me la proporrà. «cammina davanti a esse».
Lo posso riconoscere dalla voce: è diversa, tra le mille voci, è per me, è per te, è per ciascuno di noi, è per tutti. A me la libertà di fidarmi, di scegliere Lui, quel Gesù di Nazareth, solo lui…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le persone di cui ti fidi, nelle quali ritrovi alcune caratteristiche di questo pastore?
È più forte il tuo recinto o il desiderio di vita che risponde alla voce del pastore?
Stai uscendo da un periodo di quarantena: verso quali pascoli erbosi vuoi lasciarti condurre?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Maggio
2020
Così, solo Lui!
commento di Gv 10,1-10, a cura di Loris Piorar SJ