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Per niente stanco d’essere lucido (umano),
troppo umano, circospetto e logico
– e mi rivesto delle mie parole
e il tuo silenzio quasi mi commuove, sì,
ma perché il cuore è poco intelligente,
ne avrei da dire ma non dico niente:
sei già a un passo da me.
Mina e Celentano, A un passo da te
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Mi lascio ispirare
Chissà quante parole ti ho lanciato con la certezza sempre di essere ascoltata; con la pretesa spesso che in quel mare tu avresti saputo scegliere le gocce importanti e solo di quelle tener conto; con il dubbio qualche volta che tu non avresti avuto tempo di accoglierle.
Chissà quante parole ti arrivano ogni giorno, voci su voci: colori, sentimenti, suoni, desideri… Quante volte mi sembra che la mia sia soltanto una voce tra tante, una nuvola spinta dal vento lontana da me ma anche da te.
Ma tra le tante, ritrovo le sole parole necessarie, la nube densa di parole e pensieri che ti offro si condensa e finalmente sulle mie labbra sei tu stesso a deporre le parole giuste. Mi ricordi chi sono – tua figlia – e questo mi ricorda chi sei: mio padre. Da qui parte ogni storia, ogni richiesta, ogni desiderio:
“Padre mio, dal cielo mi guardi e ti fai vicino, ricordami il tuo nome in modo che io possa ricordare il mio. Fa’ che io sappia portarti in ogni luogo e tempo della mia vita compiendo i tuoi desideri per me. Dammi la forza di accettare i miei limiti riponendoli nelle tue mani giorno dopo giorno; rendimi saggia e forte, perché io sappia accogliere anche i limiti di chi incontro e sappia trasformare ferite e mancanze in fonti di vita. Non farmi mai sentire sola, perché io cammini sempre accanto a te”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione ho temuto che la mia preghiera fosse troppo debole?
Come mi fa sentire la consapevolezza di essere un figlio amato, accolto e ascoltato?
In quale luogo della mia vita vorrei saper portare la presenza del Padre mio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Marzo
2020
(Non) sono solo parole
commento di Mt 6,7-15, a cura di Verena M.