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Voglio parlare al tuo cuore,
leggera come la neve.
Giorgia, Di sole e d’azzurro
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 16, 15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Mi lascio ispirare
Oggi, festa della conversione di Paolo, veniamo proiettati in avanti, sbilanciati prepotentemente verso l’esterno. Ma forse oggi sarebbe importante lasciare che l’amore del Signore tocchi quei luoghi “non battezzati” che abitano nel nostro cuore. Quelle situazioni personali o comunitarie che reputiamo senza speranza. In cui cediamo allo sconforto, finendo per ripiegarci su ciò che crediamo di poter controllare ed in cui ci sentiamo al sicuro. Sono proprio quei contesti che la festa di oggi desidera guarire, che, paradossalmente, ci indicano a chi indirizzare il nostro annuncio.
Azioni concrete che dovrebbero generare delle reazioni evidenti della Sua presenza, dell’instancabile lavorio di Dio nella nostra storia. I segni che potrebbero accompagnare il nostro essere stati visitati saranno di agire con discernimento, opponendoci con forza a ciò che ci chiude all’amore, alla fiducia ed alla speranza.
Nello sperimentare quella libertà, che dovrebbe caratterizzare tutti i figli di Dio, potremmo parlare al cuore delle persone che incontreremo a partire dal loro unico e personalissimo linguaggio. Sperimenteremo, allora, di avere la capacità di lasciarci scivolare addosso i veleni che ci potrebbero sputare addosso. Proprio perché guariti dalla paura di doverci e dover salvare, potremmo offrire itinerari salutari e generare ambienti salubri in cui veder fiorire il Regno di Dio.
Ricordando sempre che la gioia con cui noi saremo capaci di vivere il Vangelo, nonostante i dubbi e le cadute, sarà la modalità più feconda di annunciare la Buona Notizia!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni non sto vivendo da sacerdote, profeta e re? Affida al Signore quelle aree della tua vita in cui la paura, il falso rispetto umano e l’egoismo stanno frenando la corsa della Buona Notizia.
Che cosa sta mettendo in crisi la tua capacità di sperare in Dio, in te e negli altri? Lascia che quelle situazioni, con l’aiuto dello Spirito Santo, possano indirizzare il tuo prossimo passo di apostolo.
Quali segni della presenza di Dio si sono accompagnati e sono oggi presenti nel tuo agire? Consegnali nelle mani di Dio perché possano mostrarsi in un modo nuovo ed inedito. Chiedi di poter sperimentare oggi nella tua vita la creatività del Signore.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Gennaio
2020
Veder fiorire il Regno di Dio
commento di Mc 16, 15-18, a cura di Narciso Sunda SJ