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Come un cieco avverte il sole senza vederlo, così l’anima Dio.
Hans Urs von Balthasar
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Mi lascio ispirare
I ciechi oggi ci danno un insegnamento fin dall’inizio: sono in due, si sostengono a vicenda, sono già occhi l’uno per l’altro. Riescono a percepire Gesù che esce dalla folla – servono proprio altri sensi per seguire il Santo, fiutarlo tra i tanti che li urtano e scansano – e insieme gridano la loro preghiera: “abbi pietà di noi”. I due ciechi sono già una comunità orante, mettono nella forza della voce l’intensità della luce che non vedono brillare, gridano “abbi pietà di noi”, come all’inizio di ogni eucarestia, come il primo passo di ogni conversione. Chiedono pietà, perdono per la cecità, considerata un peccato, una disgrazia ricevuta per la colpa di chissà chi. Tuttavia, dietro questa errata interpretazione del motivo della cecità, si cela una verità: tutto Israele è ancora cieco se non riesce a credere a Gesù. Allora il chiedere pietà è già un modo di riconoscere il Messia che viene.
Raggiunto Gesù, non hanno bisogno di chiedere una guarigione devono solo manifestare la loro fede: “sì, o Signore! Crediamo…” e Gesù li tocca. Che bellezza in questi gesti, che potenza ha la fede di veicolare i sogni, i desideri e gli abissi del cuore. Gli occhi si aprono perché già l’intimo vedeva, ha condotto questi due uomini alla soglia del Figlio di Davide, all’atteso per la salvezza di molti, all’Emmanuele, a Dio che sta in mezzo a noi.
Congedandoli Gesù chiede loro uno strano silenzio. Forse vuole che ciascuno faccia il suo personale cammino, dalle tenebre alla luce, dalla cecità alla vista. Gesù chiede una fede che prenda forza da dentro, una fede che vede anche quando è ancora spenta la cometa che indica la strada.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A quali sensi mi affido quando non riesco a vedere?
Per quale mia cecità oggi chiedo pietà e perdono al Signore?
Cosa ho bisogno di vedere meglio? Cosa devo aprire nella mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Dicembre
2019
La fede che vede
commento di Mt 9,27-31, a cura di Giuseppe Amalfa SJ