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La gioia è il più bel “grazie” che si può dare a Dio.
Andrea Gasparino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
Quanta gioia, oggi! L’occasione è il ritorno dei settantadue discepoli dopo l’invio ad annunciare che il Regno di Dio è vicino. Hanno compiuto quanto Gesù gli aveva affidato come missione e sono stati testimoni di qualcosa che non si attendevano: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Non ci è detto nulla delle eventuali fatiche provate, così come delle risposte positive, sappiamo solo che sono ricolmi di gioia per aver proclamato l’annuncio di salvezza e per aver visto la vittoria del bene sul male. Questa è in fondo la gioia di chi vive a pieno i compiti piccoli e grandi di ogni giorno con generosità e cura.
Gesù sa bene quanto i discepoli hanno realizzato e non ne sminuisce di certo il valore, ma allo stesso tempo allarga i loro orizzonti. C’è un altro motivo per rallegrarsi, che non dipende dalle loro azioni, ma dal fatto di essere conosciuti da sempre, amati e scelti dal Signore. La fonte della vera gioia è sapere che i nostri nomi sono scritti nei cieli e che il male non può rubarci questo amore.
E infine c’è la gioia di Gesù per come agisce il Padre, che entra in comunione piena con i più semplici, i più umili, che non si ritengono autosufficienti e si riconoscono piccoli, figli e figlie. È la gioia consolante di chi guarda il mondo è in mezzo alle contraddizioni riconosce Dio all’opera.
Un unico episodio e tanti motivi per gioire, che non si escludono a vicenda; anzi, come gradini di una scala ci fanno crescere passo dopo passo nell’amicizia con il Signore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi o che cosa mi dà gioia?
E, al contrario, chi o che cosa può rubarmela?
Riesco a partecipare alla gioia di quanti mi sono vicini?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Ottobre
2019
Per cosa rallegrarsi?
commento di Lc 10,17-24, a cura di Giuseppe Riggio SJ