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«Bene, lei crede in Dio. Ma Dio in che cosa crede?».
E io gli risposi: «Dio crede nell’uomo».
Conversazione tra un ufficiale sovietico e il metropolita Antonij di Suroz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,43-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Mi lascio ispirare
Gesù rivela ai suoi discepoli una verità scomoda: egli sta per essere consegnato nelle mani degli uomini. Gesù ama a tal punto gli uomini da abbandonarsi totalmente nelle loro mani: ci si consegna infatti solo a chi si ama. In una espressione è contenuto così il cuore della fede: la storia di un Dio che ama talmente l’uomo da abbandonarsi nelle sue mani e di un Uomo che ha così grande fiducia in Dio, le cui mani sapranno raccoglierlo se quelle degli uomini lo lasceranno cadere.
Ma un Dio così rischia di poter fare anche paura. È facile mettersi nei panni dei discepoli che dopo i grandi miracoli e le guarigioni di Gesù si meravigliano e sono pieni di gioia, mentre di fronte a queste parole misteriose, che suggeriscono un senso diverso della realtà, si chiudono nella loro paura.
Quando la realtà ci conduce in direzioni diverse da ciò che avevamo intuito e desiderato, capita di non trovarne più il senso profondo, resistendo anche dal chiederlo al Signore. In questo modo però ciò che si perde è la buona notizia, racchiusa nelle parole di Gesù come in uno scrigno che bisogna avere l’audacia di aprire.
Le tue parole, Signore, parlano del tuo amore per ciascuno di noi, un amore totale che non teme di consegnarsi. Insegnaci, Signore, a seguirti su questa strada che riempie di senso anche la realtà più buia. E quando la paura ci spinge lontani da te, donaci almeno il coraggio di chiederti spiegazioni.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando, nelle relazioni che vivo, mi sono sentito a mio agio nel consegnarmi all’altro?
In quale luogo della mia vita posso sentire che il mio è un Dio che non mi abbandona?
In quali occasioni resto aperto al dialogo con il Signore, anche se mi sembra di non capirlo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Settembre
2019
Mistero svelato
commento di Lc 9,43-45, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani