-
Se hai cuore, non puoi perdere niente dovunque vai. Puoi solo trovare.
Jean-Claude Izzo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,23-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Mi lascio ispirare
Quante volte abbiamo implorato con insistenza e non siamo stati esauditi. Quante volte ci è capitato di domandare ciò che ci stava a cuore e non abbiamo ottenuto risposta. Com’è possibile che almeno una volta, anche per sbaglio, non ci sia capitato di chiedere nel modo giusto?
Il fatto è che il modo in cui chiediamo a Dio rivela la nostra visione della realtà, del mondo. Se non otteniamo, forse significa che non siamo sintonizzati sulla realtà. Il più delle volte ci raggomitoliamo nelle nostre lamentele e nelle nostre pretese per cercare disperatamente di salvare il nostro illusorio modo di guardare le cose.
Il momento della richiesta è un’occasione importante per lasciar cadere i vecchi schemi e instaurare una relazione più vera con Dio. È il momento in cui ci scopriamo vulnerabili, fragili e quindi incapaci di provvedere a noi stessi. Veniamo così fuori per quello che siamo, ovvero riveliamo come il nostro cuore percepisce il mondo. Un cuore chiuso non ottiene perché non è in grado di ricevere, un cuore aperto ottiene perché è predisposto ad accogliere.
Il non ottenere è lo sintomo che ci sprona a interrogarci su quali condizioni interiori potrebbero riaprire il nostro cuore. Riconoscere di avere il cuore chiuso è già un passaggio importante verso la riapertura, perché ci rendiamo conto che la chiusura non fa funzionare il cuore come organo di trasmissione d’amore.
Quando il cuore si apre, noi ci scopriamo figli e la nostra gioia diventa piena, come quella di Gesù. E allora basta alzare lo sguardo per vedere che ciò di cui avevamo bisogno il Padre già ce lo ha dato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa vorresti chiedere in questo momento?
In questo momento, sei a cuore aperto o cuore chiuso?
Quale piccolo gesto puoi compiere per riaprire il cuore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Giugno
2019
Il cuore che sa chiedere
commento di Gv 16,23-28, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ