Antonio Martinotti, Cristo alla porta -
Quello che cerchi ti sta già cercando. Nell'universo tutto è sincronizzato.
Marcello Mondello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,22-29)
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, notò che c’era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Mi lascio ispirare
Perché cerchiamo Dio? Oggi è lo stesso Gesù a porci questa domanda, anzi lui ci dà anche la risposta: lo cerchiamo perché abbiamo bisogno di qualcosa, come la gente di Tiberiade che aveva mangiato il pane fatto distribuire de Gesù. C’è sempre una “fame” che ci porta a Dio.
Non bisogna essere esperti di fenomenologia della religione per rendersi conto che il rapporto con Dio è spesso mosso da una necessità, da eventi tragici (un lutto, una malattia, una profonda delusione) che ci fanno aggrappare alla fede.
Gesù non condanna questo, è lui stesso a dirci che è venuto per i malati e non per i sani, è venuto per quanti sono nella necessità, per coloro che hanno bisogno anche del pane materiale – e non poche volte ci chiama ad essere braccia di questa catena di solidarietà.
Tuttavia ciò che Gesù ci chiede oggi è un salto, un procedere nel cammino della fede, uscendo fuori dalla logica di domanda-offerta per entrare in quella della gratuità. Imparare a chiedere il “pane che non perisce” non significa dimenticarsi dei bisogni materiali, è piuttosto accompagnare le nostre necessità di sempre alzando lo sguardo. Dobbiamo vivere la terra con il desiderio del Cielo e dare al nostro pane il sapore delle stelle.
In questo cammino di chiarezza tra i nostri bisogni non siamo soli. Gesù è compagno e criterio di discernimento, fedele e presente in tutte le nostre scelte, in tutte le necessità. A noi spetta credergli, affidare il nostro futuro alle sue promesse, fondare il nostro domani sul suo venire dall’eterno del tempo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa chiedo al Signore?
Ho chiarezza su ciò di cui ho bisogno?
Lascio muovere i miei desideri dalla novità del vangelo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Maggio
2019
Perché mi cercate?
commento di Gv 6,22-29, a cura di Giuseppe Amalfa SJ