ph. by Collusor, on Pixabay -
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore.
Il testamento di Tito; De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»
Mi lascio ispirare
Gesù qui insegna qualcosa di molto semplice: come pregare, come relazionarsi con Dio. Tante volte abbiamo l’idea di andare da Dio sapendo già ciò di cui abbiamo bisogno e pretendendo che Lui ci dia risposta. Gesù ribalta la visione: Dio è un Padre, sa in anticipo ciò di cui abbiamo bisogno prima che glielo chiediamo. Allora perché si prega? Se il Padre conosce ciò che necessitiamo perché pregare per chiedergli qualcosa?
Chiedere non è sbagliato, nella preghiera. Ci sono varie richieste nel Padre nostro, tra cui anche una materiale: «dacci oggi il nostro pane quotidiano». Dio è un Padre premuroso che vuole il bene di tutta la persona. E, in buono stile ignaziano, pregando chiediamo sempre ciò che «voglio e desidero» (Esercizi spirituali 48).
Il Signore però desidera la nostra libertà e la nostra partecipazione adulta nella preghiera. Vuole che siamo noi a formulare le nostre richieste, ma con un punto di partenza del cuore diverso dai pagani. Dio conosce davvero tutto il cuore nostro, i nostri desideri più profondi. Ci chiede perciò di affidarci a Lui, in primis, di avere un cuore magnanimo, aperto a Lui.
Due sono i coraggi che richiede chi dice il Padre nostro: sapersi affidare, e voler perdonare.
Per questo diciamo, prima di fare delle richieste, «sia fatta la tua volontà». Lo diciamo con la fiducia che la volontà di Dio è che noi possiamo pienamente realizzarci come uomini e donne, e Lui conosce i nostri desideri e sa meglio di noi, piccoli, come poterli realizzare. E nel riconoscerci figli siamo anche fratelli, e possiamo perdonarci a vicenda, perché sappiamo di essere fatti della stessa pasta: siamo tutti peccatori perdonati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa impedisce al mio cuore di affidarsi?
In che luogo della mia vita vorrei un cuore capace di perdonare?
Qual è l’atteggiamento del mio cuore, in preghiera?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Marzo
2019
Quello che voglio e desidero
commento di Mt 6,7-15, a cura di Daniele Ferron