Il desiderio fa fiorire ogni cosa; il possesso rende tutto logoro e sbiadito.
Marcel Proust
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,25-33)
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Mi lascio ispirare
Immaginiamo Gesù oggi come ieri, in un tempo difficile, con tanta gente che lo segue. Lui si ferma. Li guarda, guarda ognuno di noi. Parla ai loro cuori – e anche al nostro.
Per seguirlo, ci chiede di aprire le mani. Se sono chiuse vuol dire che cerchiamo di trattenere, di afferrare, di possedere, di aggrapparci. Dov’è finita la libertà dei figli di Dio? Dov’è la fiducia nel giorno dopo, che ci colmerà di bene, di amore e di tutto ciò di cui abbiamo bisogno?
Il paradosso è che per essere pronti per costruire insieme al Signore è necessario distaccarsi dai nostri beni, dai doni della vita che sono le relazioni, i beni materiali e i mezzi nostri che possono essere la forza o la salute.
Ci viene proposta un’indifferenza che non è sdegno o disprezzo, quanto piuttosto un modo nuovo di abitare ciò che fa parte di noi. È l’antidoto ai nostri idoli, è l’unico modo per accogliere l’amore e la grazia che il Signore ci regala giorno dopo giorno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è il mio desiderio più profondo per oggi, per la mia vita?
Di recente, chi e cosa ho cercato di possedere?
Qual è l'ostacolo maggiore che mi impedisce di andare fino in fondo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Novembre
2018
Fino in fondo
commento di Lc 14,25-33, a cura di Virginie Kubler