Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
Alda Merini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,9-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Mi lascio ispirare
Le parole di Gesù sono una pioggia carica alla quale non mi posso sottrarre, che raggiunge ogni piega del mio intimo, senza lasciare spazi aridi. Oggi Gesù mi invita a restare, gioire, fruttificare, amare. Basterebbe rispondere a uno solo di questi inviti, per stravolgere una vita, la mia.
E io dove mi sento chiamato?
A restare. Gesù mi invita a fermarmi, a prendermi una sosta dalla frenesia quotidiana e farlo con lui. Mi invita a restare nel suo amore dove non c’è nulla di me che non possa essere accolto e compreso.
A gioire. La gioia del vangelo non è di superficie, non è sguaiata ed ebbra. È la gioia di chi conosce la certezza del regno di Dio, di chi si lascia scaldare dalla fede e asciugare dal vento dello Spirito.
A fruttificare. Gesù mi invita a innescare relazioni, ad essere moltiplicatore del suo vangelo. Anch’io posso portare frutto se so condividere il bene ricevuto, se so fecondare la terra che calpesto.
Ad amare. In Gesù ho un maestro che mi insegna ad amare con gesti semplici: mi parla del legame tra la vite e i tralci, di come il lievito fra crescere la pasta e di come il sale da sapore.
L’amore posso cominciare ad apprenderlo dalle piccole cose, tempo e fedeltà saranno gli amici che mi apriranno alle grandi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parola di Gesù mi tocca, oggi?
Quando l’amore ha scosso con forza la mia vita?
In che circostanze vedo Dio nelle piccole cose?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Maggio
2018
Pioggia che chiama
commento di Gv 15,9-17, a cura di Giuseppe Amalfa SJ