La fede, l'amore e la speranza camminano nella notte: esse credono l'incredibile, amano ciò che si sottrae e li abbandona, sperano contro ogni speranza.
Hans Urs von Balthasar
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14, 1-6)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Mi lascio ispirare
In questo tempo pasquale il Signore ci invita ad avere il cuore sgombro dai turbamenti. Ma come si fa a non avere paura? Gesù propone una ricetta precisa: ci chiede di avere fede nel Padre e fede nel Figlio. La fede ci allena a includere nella nostra vita anche ciò che non capiamo completamente: le persone che incontriamo, l’ambito del nostro lavoro, l’andamento della nostra vita, situazioni particolari di cui non comprendiamo il senso. L’intuizione di Gesù è molto importante: la paura non si combatte con il coraggio ma con la fede, cioè facendo quell’esperienza della persona di Gesù che ci racconta che possiamo essere beati anche quando le cose non vanno come abbiamo programmato e stabilito noi. Vivere la realtà significa soprattutto cogliere Gesù in azione, anche quando Dio sembra assente. Lì, quando il cuore è turbato, Gesù ci invita a quel salto di orizzonte di fede che noi tutti possiamo fare perché conosciamo colui nel quale riconosciamo la via, la verità e la vita. La fede che ci rende liberi soprattutto da noi stessi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Di cosa ho paura, oggi?
Quando, fidandomi del Signore, sono riuscito ad accogliere l’incomprensibile?
In cosa ho colto Gesù in azione, l’ultima volta?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Aprile
2018
Senza paura
commento di Gv 14, 1-6, a cura di Sergio Ucciardo SJ