The simple things are your blessing
You better notice your blessing
Tarrus Riley
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,22-30)
Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Mi lascio ispirare
Dedicare qualcosa a qualcuno significa compiere un’offerta attraverso le parole, affermare cioè che l’oggetto del dono è per qualcuno, ne dice il suo nome.
Sentire i dubbi dei destinatari del dono può ferire, eppure Gesù persevera, parla del nome di un Dio che è padre ed è a lui che dedica le opere che fa, la testimonianza di un amore più grande, capace di ascolto e di perdono, un amore paziente, quello di un Dio che in prima persona si dedica alle proprie creature e dedicandosi ad esse, con loro, si fa una sola cosa. Come poter dubitare, dunque, della voce che ci chiama a superare ogni distanza, quella voce che dedica se stessa a quello che siamo, la voce che in noi canta e in noi prega? Siamo creati per accogliere una dedica, formati per benedire e compiuti per poter ringraziare. Ecco la buona notizia: una dedica, una benedizione, un ringraziamento possono cambiare per sempre la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho dubitato della gratuità dei doni del Signore?
In che occasione ho invece saputo benedire?
Cosa dedico al Signore, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Aprile
2018
Dedicato a te
commento di Gv 10,22-30, a cura di Mounira Abdelhamid Serra