Immagine generata con Gemini -
Nel grande disegno di Dio ogni dettaglio è importante, anche la tua, la mia piccola e umile testimonianza, anche quella nascosta di chi vive con semplicità la sua fede nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro, di amicizia.
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Gesù ci parla con parole vive, concrete. Non si rivolge solo alla folla del suo tempo ma anche a noi, alla nostra generazione, che spesso cerca segni, prove, conferme. Il suo parlare può sembrare duro, quasi una condanna, eppure dietro ogni parola c’è un invito alla conversione, alla fiducia, alla scoperta di un Dio che è Padre, che è misericordia.
Gesù offre tre immagini potenti: Giona, Ninive, la Regina del Sud, le dona a una folla che si accalca per ascoltarlo, ma che ancora non crede. Eppure Gesù è lì, in mezzo a loro, mandato dal Padre per compiere la sua volontà. È il testimone vivente di un amore senza confini, di una misericordia che attraversa il tempo e lo spazio.
Cercare segni può diventare una trappola. Restiamo fermi, immobili, aspettando qualcosa di straordinario, senza accorgerci che Dio sta già agendo nella nostra vita. Siamo accecati dal bisogno di prove tangibili, dimenticando che Gesù è il segno più grande, il dono lasciato in eredità. I veri segni non sono spettacoli celesti, ma piccoli miracoli quotidiani: un gesto d’amore, una parola gentile, una lacrima che nasce dalla bellezza, un abbraccio inatteso, un grazie che ci commuove, una gratificazione dopo tanto impegno. Sono i cambiamenti silenziosi del cuore, le relazioni che si nutrono di piccoli gesti, la presenza di Dio che si manifesta nei dettagli. Sono le amicizie che ci sorprendono, le consolazioni che arrivano quando ci sentiamo soli.
E allora rendiamo grazie. Perché la misericordia del Signore è grande, discreta, fedele. Parla ai nostri cuori e si rivela nella nostra quotidianità. Non serve cercare altrove: il segno è già qui, e ci chiama a vivere con occhi nuovi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nel tuo cammino di fede, in che modo cerchi Dio?
Quali segni vedi nella tua quotidianità?
Per quali piccoli segni oggi puoi rendere grazie?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Ottobre
2025
Segni che parlano
commento di Lc 11,29-32, a cura di Vanessa D'Urbano