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Non puoi produrre fiducia, così come non puoi tirare fuori umiltà dal nulla. O ce l’hai o non ce l’hai. La fiducia è il frutto di una relazione nella quale sai di essere amato. Poiché non sai per certo che io ti amo, tu non puoi fidarti di me.
W. Paul Young, Il rifugio
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Mi lascio ispirare
La condizione per entrare nel regno dei cieli è prendere la lampada e andare incontro allo sposo. Infatti è quello che fanno tutte le vergini – così come tutte, poi, si addormentano e tutte, infine, sentono e ascoltano la chiamata. Tuttavia, le cinque vergini stolte all’arrivo dello sposo non si fanno trovare, perché preoccupate di dover far fronte alla loro mancanza di olio, appurata tardivamente. Non erano pronte. Nelle nostre fatiche e fragilità il Signore ci viene incontro, accoglie la nostra debolezza e ci vuole con sé. Sta a noi farci trovare pronti.
Al termine della parabola v’è una constatazione: «Non vi conosco». Il cammino che hanno da fare le vergini stolte – e con loro ciascuno di noi – è quello di crescere nella conoscenza di Dio e nel rapporto con lui. La stoltezza sta nell’essere senza Dio, nell’allontanarsi da lui, rimanendo su una relazione formale, priva di olio, priva di conoscenza reciproca, priva di amore. È un cammino personale, sebbene non esente da fatiche, cadute e difficoltà, che non possiamo scambiare con nessuno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi capita di cercare di delegare ad altri le mie responsabilità?
Quale fatica mi appesantisce e mi impedisce di far maturare la mia capacità di amare?
Come posso crescere nella conoscenza di Dio, nel rapporto personale e sincero con lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Agosto
2025
Voglio conoscerti sul serio
commento di Mt 25,1-13, a cura di Marco Ruggiero