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Ma tu,
Signore,
tu,
chi dici che io sia?
Alessandro Dehò
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 16,13-23)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Mi lascio ispirare
Chi ha dimestichezza con la meditazione della Parola di Dio impara a lasciarsi interpellare da essa. Oggi questa dinamica è ancora più esplicita in quanto è lo stesso Gesù che nel Vangelo pone delle domande a chi gli sta intorno, soprattutto ai discepoli.
Nel suo chiederci: «voi chi dite che io sia?» siamo inevitabilmente chiamati a perderci nelle possibili risposte che l’esperienza viva e personale di Dio ci permette di dare. Si tratta di una risposta necessaria che deve precedere le risposte di carattere più universale che la comunità ha formulato nel corso del tempo. Il risultato sarà una tensione armonica tra il contenuto personale e quello collettivo con cui misurarsi proprio nell’ambiente della preghiera.
Questo esercizio di risposta ci rende, come Pietro, beati. Beati perché dialoghiamo costantemente con Dio dando così forma e linguaggio a ciò che egli è. La beatitudine di Pietro è anche il frutto della sua capacità di centrare la risposta: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» è una confessione di fede che possiamo sentire anche coinvolta dall’universo affettivo del discepolo che l’ha scaturita. Perché non ci sono verità che non vengano dal profondo dell’anima. Il fatto che questa beatitudine venga poi subito dopo ribaltata dallo stesso Gesù, ci dice della precarietà con cui è possibile centrare la verità.
Ma in questa dinamica di dialogo non va dimenticato che provare a definire Dio è anche un modo per definire sé stessi. Ecco che «voi chi dite che io sia?» diventa «tu chi dici che io sia?» dove il “tu” è Dio e la domanda è nostra. Parlare di Dio diventa, dunque, un’opportunità per scoprire sé stessi, attraverso domande che diventeranno risposte nel corso della vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale passaggio della Scrittura ha generato più domande nella mia vita?
Quale formula di fede in Cristo sento vicina alla mia sensibilità, fa vibrare il mio cuore quando l’ascolto?
Mi prendo del tempo per rispondere a: «voi chi dite che io sia?», «tu chi dici che io sia?».
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Agosto
2025
Voi chi dite che io sia?
commento di Mt 16,13-23, a cura di Giuseppe Amalfa SJ