Maria Cavazzini Fortini, Talità kum, acquarello, 2012 -
La pelle la sua pelle-mondo
è tutta l’aria è l’etere celeste
è un angolino di un mantello
signorile e misteriosissimo
dell’abbraccio dell’intero.
Chandra Livia Candiani, Fatti vivo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Mi lascio ispirare
Potremmo riassumere le storie di queste donne dicendo che toccare salva. Tuttavia non è detto che la salvezza arrivi esattamente come la desideriamo o immaginiamo.
Della donna con perdite di sangue che tocca un’estremità del vestito di Gesù si dice, alla fine dei pochi versetti che raccontano la sua storia, che da quell’istante fu salvata. È importante notare che, a differenza degli altri evangelisti, Matteo non usa verbi di guarigione, ma parla di salvezza. È come se volesse comunicarci che ciò che avviene è qualcosa che va oltre la guarigione fisica o, comunque, non del tutto corrispondente.
Anche la storia della bambina Gesù la riconduce a un risveglio dal sonno e in un certo senso ne nega la morte. Dalla morte si esce con la resurrezione, ma questo processo di resurrezione più che la bambina lo aveva già vissuto interiormente suo padre, il capo della sinagoga, credendo che Gesù toccando sua figlia potesse rimetterla in vita. Il salvare dal sonno, a cui ci rimanda Gesù, non è lo stesso che dalla morte.
Toccare e farsi toccare sono azioni salvifiche che rimandano a un bisogno di relazione.
La donna isolata per la sua malattia col coraggio di toccare Gesù e rimessa nel circolo delle relazioni, e anche il tocco di Gesù che sveglia la bambina dal sonno ci riportano al mondo degli incontri da cui l’assopimento ci può sottrarre.
Toccare ci salva dalla solitudine e Gesù è il primo a entrare nel circolo delle relazioni richiamato dalla nostra fede.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione mi sono preoccupato/a di vivere spiritualmente il senso del tatto?
Quando mi è capitato di chiedere nella preghiera qualcosa che sento di ricevere in una direzione diversa?
Quando ho fatto esperienza di come Gesù possa tirare fuori dalla solitudine?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Luglio
2025
Toccare salva
commento di Mt 9,18-26, a cura di Giuseppe Amalfa SJ