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Se non sapessi dove,
tu mi potrai cercare.
Non affannarti: è inutile vagare.
Tempio dove io dimoro,
pace e ristoro ritrovo.
Chiamami ovunque sei e ci sarò, verrò!
Cercami, cercami in te,
al centro del tuo cuore,
in me cerca te,
in te cerca me.
Giuni Russo, Cercati in me; da uno scritto di Teresa d’Avila
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Mi chiami nel bel mezzo delle mie attività quotidiane. Non aspetti che io abbia tempo, non attendi che io mi liberi la mente o il cuore per accoglierti, non arrivi al momento giusto. Arrivi quando i giorni sono tutti uguali, pieni di impegni, e scivolano via uno dopo l’altro.
Arrivi quando nella quotidianità comincia a sembrarmi di essermi persa, quando so bene cosa sto facendo, ma forse non so più chi sono. Sono seduta al banco delle imposte: so che lavoro faccio, so come passo il tempo, come mi guadagno da vivere… ma so ancora chi sono?
Sì, lo so quando mi chiami – e allora mi alzo e ti seguo. La nebbia della quotidianità non offusca la tua voce. Ti sento forte e chiaro e nella tua chiamata mi ri-conosco, allora mi alzo e ti seguo. Vengo a sedere alla tavola che hai preparato per me.
Mi disseti, mi sfami, passi il tempo con me e mai dalla tua bocca sento altro che parole di vita. Con delicatezza prendi le mie difese, quando qualcuno insinua ch’io non sia degna della tua tavola – o che tu, che t’accompagni con gente come me, chissà chi sei…
Tutta la misericordia del mondo è in un bicchiere colmo, versato per dissetarmi, in un piatto pieno, pronto a sfamarmi. Nelle tue parole, dette per chiamarmi. Nella tua vita, offerta per salvarmi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando voci e pettegolezzi ti hanno fatto sentire non all’altezza?
Quale parola buona dal Signore ti ha restituito l’identità?
Chi puoi essere oggi, seduto a tavola con lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Luglio
2025
Ri-conoscersi in Te
commento di Mt 9,9-13, a cura di Verena M.