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Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era.
José Saramago
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Mi lascio ispirare
Oggi possiamo fermarci a contemplare questa scena: vediamo sette uomini, discepoli di Gesù, alle prese con una pesca infruttuosa sul lago di Tiberiade. Sono alcuni dei suoi discepoli, che, dopo essere stati chiamati dal Signore, hanno deciso di seguirlo durante la predicazione per le strade della Galilea; ma l’evento della sua passione e morte sembra aver cambiato i loro destini, facendoli tornare alla loro attività originaria: la pesca.
È appena passata la notte, il momento più difficile e frustrante, che il Signore appare loro lungo la riva, per far sì che la loro pesca possa produrre il frutto desiderato.
Quante volte anche noi, Signore, ci troviamo nella condizione di questi uomini: abbiamo lavorato a lungo, ma non riusciamo a raccogliere i frutti desiderati; sono momenti in cui possiamo trovarci a provare delusione, frustrazione, senso di impotenza, sentendoti lontano da noi, Signore.
Proprio nella notte più oscura tu, come allora, ti fai presente nella riva del nostro cuore: ti chiediamo la grazia, in questo tempo pasquale, di poter ascoltare ancora una volta il tuo invito a confidare nella tua parola, per lasciarti agire nella nostra vita, affinché anche noi possiamo portare a compimento l’opera che ci hai affidato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni/relazioni/ambiti della mia vita sento che il Signore mi sta invitando a non scoraggiarmi?
In che modo, anche io, posso lasciare che il Signore mi conceda una pesca abbondante?
Quali sentimenti mi abitano quando mi accorgo che il Signore non mi ha abbandonato ma sta sulla riva del mio cuore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Aprile
2025
Eccolo, sulla riva del nostro cuore!
commento di Gv 21,1-14, a cura di Sara Zaccarini