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Nell’oscurità l’immaginazione lavora più attivamente che in piena luce.
Immanuel Kant
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20, 1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti».
Mi lascio ispirare
C’è un buio esteriore, che non impedisce a Maria di Magdala di uscire, di camminare, di giungere al luogo del sepolcro e di vedere che la pietra è stata tolta dal sepolcro, ma è il buio interiore che le impedisce di vedere oltre. Il buio della morte avvolge e rende oscuri i suoi pensieri, i suoi sentimenti.
Corre, ma per disperazione, perché non ha trovato quello che cercava, non riesce a vedere oltre e vuole essere aiutata a cercare ciò che non trova: un corpo morto. Corre per condividere le sue paure e la sua disperazione con i discepoli. Le sue parole però mettono in movimento i discepoli, che corrono e, giunti al sepolcro, vedono la stessa scena, ma la luce della fede che illumina i loro cuori permette loro di vedere alcuni dettagli, illumina il buio della morte con segni di vita.
Non è facile comprendere la Scrittura, gli eventi, soprattutto quando le tenebre abitano il nostro cuore, ma il Signore ci invita a “vedere e credere”. Non è un vedere esteriore, ma un vedere con gli occhi del cuore, alimentati dalla luce della fede e dalla speranza che, in Lui, risorge a nuova vita ogni cosa e le tenebre del nostro cuore possono diradarsi e far entrare la luce della vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali tenebre abitano il mio cuore?
In quali situazioni la parola di qualcuno mi ha fatto «alzare e correre»?
Cosa mi aiuta a vedere i segni di vita nelle situazioni di oscurità e morte?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Aprile
2025
Vedere nel buio
commento di Gv 20, 1-9, a cura di Chiara Selvatici