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La morte non è l’opposto della vita, ma una sua parte integrante.
Haruki Murakami, Norwegian Wood
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Mi lascio ispirare
Ti seguo, Signore
in questo viaggio di persone
mentre vai da chi rivive
e chi, come noi, fra poco muore.
Immagino Tu sia andato
per nutrirti di coraggio
a trovare un amico
che ha ricominciato il viaggio;
prendi fiato per quando non ne avrai più
vedendo che ancora vive, chi già non c’era più.
Tu, che cammini fra due mondi, mi insegni, Signore,
che, fra la vita e la morte, regna solo l’Amore.
Ecco, vedo una parte di me:
meravigliosa Maria, si prostra davanti a Te,
benedice la Tua vita col miglior del cuor profumo
per dirti che non ha amato, come Te, nessuno.
Sento che ti nutri dell’Amore che Tu stesso hai dato
perché da seme ora è frutto che Ti viene ridonato;
Dio vero che accogli anche il terrore,
che sa custodire ogni dono d’amore,
per quando sarai preda di paura e dolore.
Ecco, vedo un altro lato del mio cuore:
di misera fede e arrogante ragione
quando non mi fido di ciò che prometti, Signore;
meschino chiudo il cuore, dimentico ciò che mi hai dato
divento cieco e sordo, e Tu mi hai sempre amato.
Benedici la mia luce, benedici la mia ombra
portami sulla mia croce, accompagnami nella tomba,
Re dell’Amore che si sa solo dare
quando muoio nel cuore, coraggio Dio, vienimi a svegliare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Prendo contatto con una parte della mia vita nella quale mi sento soccombere senza speranza, e chiedo a Gesù di guardarla con me: come cambia il mio sguardo?
Faccio Sacro dentro me quella parte di me che loda il Dio che mi ha dato la Vita: qual è il mio modo di pregare, quando sento gratitudine? Scrivo una lode personale e la recito.
Davanti a quali avversità percepisco Dio come assente? Quali sono le morti davanti alle quali divento meschino? Interiorizzo il mio modo di reagire per saper riconoscere quando e come chiudo il cuore alla Vita.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Aprile
2025
Accogliere la luce, accogliere l’ombra
commento di Gv 12,1-11, a cura di Giovanni Stefani