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No, veramente non... non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi e io sto buttato in un angolo... no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate “Michele vieni di là con noi, dai!” e io “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo.
Nanni Moretti, Ecce bombo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 2,1-11)
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Mi lascio ispirare
È ricominciato il tempo ordinario dopo lo straordinario delle feste e ci troviamo di fronte a una festa, delle nozze a cui Gesù, Maria e i discepoli sono invitati. E noi con loro.
Nel mezzo di questa festa, risuona solitaria la voce di Maria: «Non hanno vino». Il suo sguardo attento e premuroso nota che il vino della festa è finito e la festa rischia di fare lo stesso. Lo straordinario della celebrazione rischia di finire nell’ordinaria amministrazione.
È un po’ il passaggio che si vive nel concludersi delle vacanze e nel ricominciare le attività di ogni giorno. Dalle cene, dagli incontri con amici e familiari, dai tempi di lettura e di piacere si ritorna alla routine degli impegni, delle responsabilità, del già visto. Il vino viene a mancare, ci si accontenta dell’acqua della purificazione, dei riti necessari e utili, in attesa della prossima festa. La gratuità della celebrazione lascia lo spazio alla necessità dei doveri.
Anche in questa situazione però Maria dice: “Non hanno il vino” o meglio “Non lo cercano neppure”, il che è anche peggio. Mai come questo Natale si è parlato dell’importanza del vino quando si tratta di stare assieme, della difficoltà a pensare lo stare insieme senza il vino. La gioia del vino, che Gesù porta agli uomini come frutto della sua salvezza, è la gioia della comunione, dello stare insieme con e per gli altri.
E il tempo ordinario può e deve essere bagnato dal vino della comunione. Può essere straordinario solo se non finiamo in un tunnel di doveri e di routine che ci isolano ma riconosciamo che gli altri ce li abbiamo con noi ogni giorno ed è questo che apre il passo alla festa.
L’invito è ad ascoltare la voce di Maria e a fare quello che dice Gesù, in modo che da servi possiamo diventare ospiti di una festa di nozze.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come ho vissuto il tempo delle feste e il ritorno al tempo ordinario?
In quale luogo della mia vita ordinaria sento che manca il vino? E cosa rappresenta per me?
Cosa mi chiede di fare Gesù in questa festa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Gennaio
2025
Ordinario tempo di festa
commento di Gv 2,1-11, a cura di Leonardo Angius SJ