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Solamente il silenzio ci fa paura.
Nella voce c’è sempre qualcosa che ci salva.
Ma il silenzio è l’infinito.
Non vedi il suo volto.
Emily Dickinson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Mi lascio ispirare
L’incarnazione di Gesù è l’esito dell’incontro tra silenzio e voce. Il dialogo tra Maria e l’angelo può essere rivissuto facendo affiorare la parola da un tempo di raccoglimento, di preghiera silenziosa.
All’inizio posso essere turbato, spaventato dal non senso che si prova di fronte al vuoto. Poi, lentamente, il respiro si fa più lento e anche il pulsare del petto, forse all’unisono con uno stesso ritmo che rassicura. Un non temere prende corpo, lo posso riconoscere, nominare… e mi salva.
L’altro passo è dare ragione a questo sentire nominato, inserirlo nella storia e avvolgerlo di Spirito, quello che riempie gli interstizi di tutta la creazione.
E l’incarnazione si compirà nel mio eccomi, presa di coscienza di ciò che ho fatto dei miei turbamenti e coraggio di vivere anche fuori dal silenzio.
Oggi questa parola vuole comunicare il senso della festa della Madonna del Rosario, un’icona di Maria che prega. Come dire che all’inizio della preghiera cristiana c’è questo silenzio fecondo di Maria, un ventre pieno per aver saputo affrontare la paura di certi vuoti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
So stare in silenzio, so fermarmi? Cosa me lo impedisce?
In che modo immaginare Maria che prega aiuta il mio pregare?
Che incarnazione attendo nella mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Ottobre
2024
Silenzio pieno
commento di Lc 1,26-38, a cura di Giuseppe Amalfa SJ