Battesimo di Cristo, Battistero degli Ariani, Ravenna -
Una sola persona non può avere mille duemila fogli
e quando sei solo
ricordati che la verità più grande
è la tua identità.
Alda Merini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Mi lascio ispirare
La domanda “chi è Gesù?” attraversa l’intero vangelo e l’intera nostra vita. La prima risposta dei discepoli fa eco alle voci che circolano tra la gente, tutti cercano una risposta, la cercano nel passato. Gesù è il ritorno di qualcuno che è già stato, colui che completerà quello che già è iniziato.
Qui però, per la prima volta, è Gesù che provoca la domanda, che la porta con insistenza davanti ai suoi discepoli, e davanti a noi. Ma voi che mi avete seguito fino a qui, chi dite che io sia! Gesù ci spinge oltre il passato, in un presente e in un futuro che emerge nella sua novità. La domanda chiama in causa la nostra esperienza reale e personale, chiama in causa il cammino fatto fin qui.
Pietro prende la parola e risponde dicendo a Gesù, tu sei il Messia; perché Pietro ha visto i segni del Messia. Come attesta tutta la prima parte del vangelo, ha visto i muti parlare e i ciechi vedere, ha visto il liberatore.
Questa domanda posta da Gesù, e la risposta di Pietro, sono il passaggio dalla prima alla seconda parte del Vangelo. Sono solo l’inizio, ma un inizio sufficiente a Gesù per cominciare ad insegnare apertamente, senza più doversi nascondere, la rivelazione nella passione, nella morte e resurrezione del Figlio dell’uomo sofferente, del Figlio dell’uomo che si fa vicino immergendosi nelle acque della nostra morte.
Valentina Cammarota
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali segni di liberazione ho visto? Come hanno curato la mia identità?
Chi dico che Lui è?
Quali vie sta scegliendo per farsi vicino alla mia sofferenza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Settembre
2024
Identità
commento di Lc 9,18-22, a cura di Pietre vive