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Considera il vetro, un corpo tanto compatto che nemmeno i profumi che dappertutto dilagano possono attraversarlo e, anzi, ne restano prigionieri; con quanta facilità la luce l’attraversa! [...] Quindi tanto più la luce divina deve penetrare tutti i corpi.
Pavel Aleksandrovič Florenskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,26-27; 16,12-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Mi lascio ispirare
Di cosa deve dare testimonianza lo Spirito? Quale verità deve rivelare? Cosa preannuncia Gesù con la venuta del Paràclito, il Consolatore, lo Spirito di verità? Quando Gesù parla ai discepoli di questa prossima venuta sa che quello che deve accadere, ovvero la sua morte e risurrezione, sono parte di un mistero a cui non è dato all’uomo di accedere solo con la sua intelligenza e la sua volontà. Per comprendere la verità della vita, della missione e della Pasqua di Gesù c’è bisogno di altro, dello Spirito, di Colui che procede dal Padre e dal Figlio.
Lo Spirito allora «annuncerà le cose future» ovvero illuminerà ciò che dovrà accadere a Gesù non con gli occhi del buon senso, che vedono un uomo sconfitto dal potere del mondo, ma portando la testimonianza, la verità, di un Figlio che si abbandona nelle mani di un Padre anche nel’ora della prova più dura. Sarà lo Spirito di intimità, di amore tra Padre e Figlio a testimoniare che la Pasqua è la vittoria su tutti i poteri e su ogni solitudine, anche quella più disperata.
La Pentecoste quindi è festa per ognuno di noi, perché abbiamo sempre e continuamente bisogno dello Spirito per poter leggere la nostra vita non con gli occhi del buon senso (o almeno non solo) ma con lo Spirito di figli amati, voluti, perdonati che in questo amore possono vincere le solitudini della prova e portare a compimento ciò a cui sono stati chiamati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni mi è capitato di invocare lo Spirito Santo?
Quale verità cerco per me e per la mia vita?
In che modo la mia vita testimonia la forza della Pasqua? Cosa testimonia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Maggio
2024
Una luce che trasforma
commento di Gv 15,26-27; 16,12-15, a cura di Leonardo Angius SJ