Foto di Ilaria Zipponi -
E magari fosse un attimo, vivila ti prego
e magari a denti stretti non farla morire
anche immerso nel frastuono
tu falla sentire, hai bisogno di gioia, come me.
La gioia, Canto SCOUT
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,20-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Mi lascio ispirare
Gesù vede il nostro dolore, conosce la nostra sofferenza, ne conosce l’inevitabilità. Ci sono momenti, ed eventi, della vita che ci fanno stare male, che ci provocano un dolore che ci immobilizza mentre il mondo al di fuori di noi continua il suo normale corso, con i suoi normali ritmi. Non solo dolori fisici, ma anche spirituali ed emotivi: il non sentirsi accolti o capiti da un amico, il non sentirsi abbastanza per qualcosa o per qualcuno, la rabbia per una situazione non risolta, la delusione in una relazione, l’insoddisfazione… Dolori che abbiamo l’impressione che ci segnino in maniera indelebile.
Ma Gesù arriva e ci dà un messaggio di speranza che è capace di rendere più leggero anche il dolore del presente: il nostro dolore passerà, non è per sempre. E non solo non ci sarà più il dolore, ma ci sarà gioia, una gioia piena. Quando saremo consolati, quando ci lasceremo vedere e amare da lui, la gioia ci investirà in modo tale da farci dimenticare il dolore provato. Saremo liberi dalle cicatrici del dolore passato, dalle ferite e dai rancori: saremo puliti, saremo nuovi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono stati i più grandi dolori che ho provato nella mia vita?
In che modo riesco a sentire il messaggio di speranza di Gesù, che allevia il dolore presente?
In che momenti ho provato una gioia tanto profonda e tanto piena da far dimenticare il dolore provato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Maggio
2024
Gioia piena e indelebile
commento di Gv 16,20-23, a cura di Ilaria Zipponi