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Prossimo.
Se non sai chi sia
abbraccia tutti.
Neftalí Eugenia Castillo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Mi lascio ispirare
Demone è un termine che indica una realtà, un essere che possiede qualcosa di divino. Beelzebùl sarebbe il capo – signore – dei demoni, che nel tempo acquista un valore negativo opposto ad Adonai, il signore d’Israele. Beelzebùl è qui evocato dai farisei come colui per cui Gesù agisce. Dietro questo ragionamento c’è una semplificazione, una divisione a volte comoda tra bene e male nella quale Gesù non entra. Orienta invece al ‘dito di Dio’ come unico Signore di ciò che accade, come il dito di un direttore d’orchestra a cui tutti i musicisti devono guardare.
Rispetto alle divisioni che creiamo, tra bene e male, tra buoni e cattivi, Gesù ci mette di fronte al “giudizio dei figli”, quelli a cui consegniamo un mondo scisso e in guerra. Gesù ha fiducia in un futuro affidato a una generazione che superi le distinzioni.
Perciò è importante scegliere con chi stare. «Chi non è con me è contro di me» non è una conferma delle inevitabili dinamiche di divisione, ma come un assoluto di unità, senza esclusioni. Gesù non ci lascia alternative, ci vuole con lui. Raccolti e non dispersi, attirati dalla forza vulnerabile dello stringersi, per farsi unico corpo, vastità del dentro senza nessuno fuori.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come vivo le inevitabili divisioni, dentro di me, con gli altri, con Dio?
Come mi sento quando mi interrogo sul mondo che lascerò ai miei “figli”?
In che modo riesco a sentire la chiamata all’unità di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Marzo
2024
Raccolti e non dispersi
commento di Lc 11,14-23, a cura di Giuseppe Amalfa SJ