Giovanni Bellini, Battesimo di Gesù (1500-1503) -
Spero mi insegnerai
a piangere le cose
che non ho mai pianto.
Andrés Neuman
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 1,7-11)
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Mi lascio ispirare
Dopo un breve discorso che sostituisce all’acqua del battesimo il fuoco dello Spirito, con un «ecco» si introduce un’istantanea di Dio nella storia.
Ecco è l’avverbio dell’attenzione, come freccia punta al cuore e alle viscere di chi sente giungere la voce dell’amato, il sorriso di chi si accende vedendoti. Qui introduce Gesù che giunge al Giordano, per un «ecco» accompagnato dal gorgoglio del fiume.
Gesù al Giordano si immerge, ubbidisce alla vocazione dell’acqua, quella di stare sotto il fuoco e sotto l’aria, lì dove con la terra c’è anche fertile fango. Nostalgia del ventre di Maria e della creta del Padre, insieme, per dirci che è la tenerezza che purifica.
Ma qualcosa interrompe questo essere cullati, un subito, una spinta ad altra vita che ti fa risalire o la semplice fretta dei cieli di lacerarsi, squarciarsi, come una bandiera esposta a un vento violento, si aprono su un figlio nuovamente partorito.
E Dio si rivela come perno del mondo: un’asse – nella tela di Giovanni Bellini – unisce in perfetta simmetria la barba del Padre, la colomba dello Spirito, i capelli divisi in due rami di chiome del Figlio e le gocce d’acqua di un asciutto battesimo. Legami carnali e di fuoco bagnati da gocce più simili a lacrime, che battezzano nell’amore chiunque le versa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale «ecco» mi ha fatto balzare il cuore?
Quale acqua vorrei che mi cullasse?
Quale asse unisce i punti di un Dio che si manifesta nella mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Gennaio
2024
Ecco
commento di Mc 1,7-11, a cura di Giuseppe Amalfa SJ