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Andrò via
prima che la pioggia incominci a cadere,
camminerò nel profondo
della più profonda e nera foresta,
dove la gente è tanta
e ha le mani completamente vuote
[...] dove la fame è orrenda,
dove le anime sono dimenticate,
dove nero è il colore
e nulla è il numero,
e lo dirò, lo penserò,
lo pronuncerò, lo respirerò,
e lo rifletterò su una montagna
così che tutte le anime possano vederlo,
poi starò sullʼoceano
fino a quando comincerò ad affondare,
ma avrò imparato bene la mia canzone
prima di incominciare a cantarla
e una forte pioggia cadrà.
Bob Dylan, A Hard Rain’s A-Gonna Fall
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,1-4)
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Mi lascio ispirare
«Alzàti gli occhi»: Gesù si pone sempre in basso, tra gli ultimi, e ci fa capire che è con occhi umili che si vede la realtà. Qui ci invita a osservare e ascoltare: ecco lo scrosciante suono delle monete gettate nel tesoro dai ricchi, suono che li rende visibili e, loro credono, li fa esistere, e poi l’appena percepibile tintinnare dei due spiccioli della vedova.
Lei è una donna che ha perso il marito, l’immagine stessa della mancanza, nella tradizione biblica. Ma in questa mancanza, nel non avere quasi nulla, è più libera di chiunque altro: nessuno dei ricchi getterebbe il suo intero patrimonio, la sua sicurezza, il suo destino programmato e pianificato. Sono bloccati dalla paura di perdere ciò che sono, perché ciò che sono dipende da ciò che hanno. Gettano un superfluo che non li tocca, che non li cambia.
Gesù pochi giorni dopo questo episodio verrà processato e messo in croce, ed è questa una delle ultime “lezioni” che lascia ai suoi. Nel mostrarci questa donna ci fa capire come lei sia immagine perfetta del suo stile, dello stile di Dio: donarsi completamente, in una fedeltà assoluta e in un amore folle che non fa calcoli.
La vedova avrebbe potuto gettare nel tesoro una sola monetina, anziché entrambe, avrebbe potuto risparmiarsi. Lei è un segnale, un’indicazione che ci dice: nessun piano B, ma solo un piano A portato sino in fondo, senza scappatoie ma con estrema decisione. Decisione che nasce non dalla valutazione delle proprie forze, ma dal completo affidamento, dalla fiducia in un Dio Padre che custodisce.
E quindi siamo tra chi getta il superfluo, chi mantiene la propria sicurezza, autocostruita, solida, e chi invece sa di essere fragile, senza appigli sicuri, stabile solo nelle mani del Signore. Chi ha un tesoro altrove da cui può sempre attingere e sempre donare.
Si tratta solo di scegliere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove mi spendo, in cosa mi getto completamente, senza risparmiarmi?
Ci sono scappatoie, riserve, su cui faccio affidamento, in cui non faccio entrare neanche il Signore?
In quale luogo della mia vita ho bisogno di abbandonarmi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Novembre
2023
Nessun piano B
commento di Lc 21,1-4, a cura di Pietre Vive (Roma)